No Easy Day-- tratto da Blogging the sicuruty

No Easy Day
By Luca Tomaiuolo
Matt Bissonnette, il 35enne del Seal Team Six che partecipò all’uccisione di Osama Bin Ladin e che per primo entrò nella stanza in cui si era riparato, con il suo libro in uscita “No Easy Day” sta letteralmente mettendo in difficoltà le alte sfere americane, raccontando una versione diversa da quella ufficiale.



Ma la reazione americana non è tardata ad arrivare. Qui di seguito la lettera inviata allo stesso autore, per “ribadire” alcuni importanti punti ufficiali.



La storia è particolarmente interessante: da una parte Matt sta cavalcando l’onda, arrivando a parlare con il famoso regista Spielberg per un possibile primo film sulla vicenda. Da un’altra la stampa che sta approfittando della cosa, arrivando a dare informazioni sull’operatore anche fin troppo nello specifico (ora come ora si sa dove abita, come è fatta la sua casa, che lavoro fa la madre e così via), mettendolo letteralmente in pasto da giorni anche a possibili vendette terroristiche.

Appare alquanto “sospetta” la reazione ufficiale della Casa Bianca: minaccia azioni legali, dando di rimando l’esatta impressione che forse questa verità é davvero la verità.

Realtà che appare alquanto interessante da alcuni stralci del libro: “Eravamo cinque scalini dalla cima delle scale quando ho sentito due colpi soffocati. Dalla mia posizione non posso dire se il bersaglio fosse stato colpito. L’uomo era già sparito nell’oscurità della stanza” A quel punto il team entra nella camera di Bin Laden. Lui indossa una maglietta senza maniche, una tunica, un paio di pantaloni. È riverso per terra. A fianco, piangenti, alcune donne. “Materiale celebrale e sangue escono da una ferita alla testa“. Bin Laden è agonizzante, il suo corpo ha come delle convulsioni. “Puntiamo i laser sul petto e spariamo diversi colpi che scuotono il suo corpo al suolo fintanto che resta immobile“.

(di seguito la versione in inglese “Matt says he was directly behind a “point man” going up the stairs in the pitch black hallway. Less than five steps” from top of the stairs, he heard “suppressed” gunfire: ‘BOP. BOP.’ The point man had seen a “man peeking out of the door” on the right side of the hallway.”"The point man pulled the two women out of the way and shoved them into a corner and he and the other SEALs trained their guns’ laser sites on bin Laden’s still-twitching body, shooting him several times until he lay motionless.”)

Prima della missione un legale specifica “Non è un’operazione di target killing. Se non rappresenta una minaccia lo dovete catturare vivo“. Frecciatine politica ad Obama non fanno che rendere ancora più amaro il racconto, che uscirà in anticipo il 4 settembre.

Matt (che scrive con lo pseudonimo di Mark Owen) racconta che all’arrivo sull’obiettivo, non c’é stato alcuno scontro a fuoco. Cosa alquanto particolare, che va in contrasto con molti racconti e con la versione ufficiale

Senza misteri made in usa non vivremmo!